Considerazione del Daiza

Fare una base di legno (Il daiza) a una pietra futura suiseki non è solo fare un supporto ma bensì studiare la pietra trovare la giusta angolazione la giusta valorizzazione quindi è uno studio che ti porta a vedere la migliore esposizione della pietra i suoi lati migliori, di conseguenza la prima cosa da fare è avere la pietra difronte a noi all’altezza giusta, all’altezza degli occhi per  poi valutare aiutandosi con delle zeppe il migliore dei fronti, la migliore inclinazione.
La base per la pietra è un po' come le scarpe per noi, non tutti abbiamo il solito piede la solita misura, non tutti sopportiamo il tacco basso o tacco alto , una scarpa va scelta in base a il tuo modo di muoverti al tuo ambiente, alle situazioni che vuoi affrontare.
Ecco il daiza racchiude un po' queste situazioni , va valutato anche nella sua posizione frontale se è il caso di dargli inclinazione verso il fronte oppure verso il dietro.
Un buon suisekista che fa i daiza deve pensare a come sarà finito il lavoro, deve pensare di vedere la pietra col suo Daiza in esposizione vederla nel tokonomà, vedere la pietra in esposizione così si dà un'idea di ciò che deve realizzare, come realizzarlo.
 Non è facile fare il daiza a una pietra bisogna darsi anche un'idea dello spessore, dell'altezza, di dove verranno i piedini, di capire se una pietra ha bisogno del bordino o no, del colore della base anche esso influisce poi con la pietra, Il tipo di legno da usare, le venature di esso, la durezza, con che attrezzi farlo.
Un buon costruttore di daiza deve capire, conoscere la pietra che ha in mano, la sua formazione, la sua robustezza, questo influirà sulla manipolazione di essa, poichè spesso andrà presa in mano e posata nell’incavo di costruzione.
Queste considerazioni essendo nel tempo facenti parte di esperienza, mi fanno dire a chi inizia a voler avvicinarsi a questa arte nella sua prima esperienza, quindi nella ricerca, di trovare pietre “facili” non solo dalle linee semplici ma anche dal sotto possibilmente piatto, questo faciliterà la costruzione del daiza e le suddette considerazioni

Daiza didattica

Il daiza o la base fatta di legno è la cosa più difficile da fare, anche da spiegare con lo scritto, ci provo, o almeno provo a scrivere alcuni dettagli della lavorazione. C’è da dire che il Daiza è stato studiato a suo tempo nei dettagli delle forme e dal suo significato, la sua forma molto semplice ha un motivo, quello di non sopra valere alla pietra suiseki, nella sua semplicità è un supporto che da, grazie anche ai piedini, una continuità all’immaginazione del “vuoto” che da la pietra suiseki, il “vuoto” è il continuo del paesaggio immaginario che provoca il suiseki nel vederlo.
 Nel creare il daiza bisognerebbe capire la pietra, vi sono quelle maschili e quelle femminili, la differenza la da l’insieme di essa, esempio , se abbiamo una pietra spigolosa con tanto movimento, insenature  è maschile, se invece abbiamo una pietra dalle linee morbidi è femminile, questo fa la differenza nel creare il daiza, nelle maschili di solito si crea un bordino o più nelle femminili no.
Ci vuole legno stagionato, robusto, uniforme nel colore, a tale scopo si usa Mogano, Tiglio, Noce, Ciliegio, Faggio, Touliper, Iroko, Pero, Teak, Rovere, e tante altre tipologie che rimangono persistenti nella forma che daremo e non avranno nel tempo crepature.
 Lo spessore della tavola va stabilito in base all’affondo della pietra, essa se non è piatta sotto, ha un preciso stacco tra il sopra e il sotto, va individuato e visto quanto è alto, quella altezza sarà la profondità dello scavo, poi va aggiunto a secondo della dimensione e peso della pietra uno  spessore di contenimento che varia da 1 centimetro a 5 millimetri, ovviamente se la pietra è piccola sarà meno anche 2 millimetri, , in oltre lo spessore dei piedini che di solito basta 1 centimetro.

E’ importante sapere in base al tipo di legno che si usa, la sua direzione di venatura, questo perché darà robustezza al daiza e sarà più rifinito il lavoro con la cartatura da fare

In pietre pesanti uso lasciare sotto al daiza un isolotto che servirà a irrobustire il tutto, lo ricavo dallo spessore dei piedini che rispetto a loro viene abbassato di qualche millimetro, così avrò lo spessore di contenimento più alto dello stabilito e la tavola diventata daiza difficilmente potrà incurvarsi nel tempo

Poiché sono più bravo a fare spiegazioni nella pratica, vi indirizzo ai miei video di YouTube, li troverete vari video su come fare i daiza, in oltre ci saranno i vari passaggi di lavorazione con dettagli , spiegazioni, attrezzi e frese da usare, ed altro ancora https://www.youtube.com/playlist? list=PLlJUKsYt8KP7pz6l5bo7IE7-Q1Pn554zf Allego foto dei vari passaggi di una pietra suiseki molto forte e rara, una pietra maschile

Invece questa come potete notare dalle linee semplici è femminile

Il daiza fa la differenza

A seconda di come facciamo il daiza su alcune pietre, diamo l'idea di cosa vogliamo rappresentare, eccone alcuni esempi