Studio delle rocce

NOZIONI DI GEOLOGIA e PETROGRAFIA
su rocce SUISEKI


Anzitutto voglio ringraziare gli amici che con la loro attenzione a cosa faccio, mi hanno dato l'entusiasmo a questa ricerca, inoltre l'amico Carlo GORI che con la sua professionale supervisione ai testi, mi ha corretto ed impostato al meglio ciò. -Carlo Maria Galli-



PREMESSA

PIETRE

Secondo me, conoscere anche solo di base come si formano le pietre è come per un bonsaista conoscere come vive una pianta. Avendo questa conoscenza oltre a capire il territorio di ricerca si ha una esperienza nel valorizzare determinate pietre per la loro formazione quindi per la durezza,la patina.

Vi sono 3 possibilità di creazione di esse,

Ignee: è la lava, minerali di diverse composizioni che surriscaldati si fondono, possono raffreddare esternamente al contatto con acqua e aria o sotto terra, i più conosciuti Basalto (eruttivo), Gabbro (intrusivo).

Metamorfiche; è il cambiamento di un tipo di roccia (es.sedimentaria) in altra roccia causata dalle pressioni o surriscaldamento. es. Marmo,Ardesia,Serpentino.

Sedimentarie: accumulo delle degradazioni e erosioni della roccia che col tempo si solidificano con varie possibilità di unione,es. Il calcare. Conosciute sono: Arenaria,Diaspro, Argilliti.


Le rocce ed i minerali sono in continua mutazione, le rocce ignee possono trasformarsi in sedimentarie o metamorfiche, quelle sedimentarie in ignee e metamorfiche e quelle metamorfiche in sedimentarie o ignee. Ma bisogna essere pazienti.


Spesso ci troviamo in mano milioni di anni senza saperlo,la conoscenza di esse è un riconoscimento alla natura.

Nascono massi, diventano pietre, poi l'uomo le trova e rende omaggio alla Natura facendone suiseki.


Un ricercatore suisekista valuta tutti i lati della pietra che trova.
Un osservatore, in esposizione giudica la pietra per quel che vede.



Con questi appunti fatti con ricerca in internet e sul campo, spero di potere aiutare voi , e capire meglio io ciò che ho in mano
Dopo avere realizzato questo lavoro mi sono accorto della bellezza del sapere e non mi fermerò qui!...... Sapere cosa ho in mano quando raccolgo una pietra, sapere come si è formata, conoscere cosa è è veramente entusiasmante!
Non è una ricerca professionale, ma amatoriale, per cui eventuali sbagli sono dati dal non sapere.

Sono rimasto affascinato dalla ricerca che altri hanno fatto prima di me, non sapevo che lo studio delle rocce si chiama PETROGRAFIA.( molti esempi fotografici del materiale sono da me ritrovati).
Cercherò di spiegarvi cosa sono geologicamente per poi mettere i miei commenti di come si possono riconoscere. pulire, trattare, per questo consiglio sempre (per chi non conosce) di prendere diversi campioni anche non con forma suiseki, serviranno per verificare attraverso varie prove che materiale è.

Scriverò della durezza, ma la durezza è una cosa complicata spiegarla, vi sono pietre dure che per esempio se appoggiate male su un piano duro potrebbero scheggiarsi, mentre altre morbide che invece non subiscono danni, la durezza è legata alla compatezza, faccio un esempio di 2 tipologie di rocce che ho messo, l'arenaria è pietra dura con una martellata dificilmente si crea danno, un gabbro è pietra molto dura, più compatta, una martellata potrebbe scheggiala, questo può essere utile per quando si fa un daiza, la roccia la leviamo e l'appoggiamo su un piano diverse volte, sapere se è dura o no aiuta, semmai usate un panno sul piano d'appoggio, in oltre la compatezza ci aiuterà a capire in che modo possiamo esaltare la sua patina, es. mettete la pietra in acqua poi levatela e vedete in che modo e qunto ci mette ad asciugare, se uniforme e velocemente è compatta, basta allora anche lo sfregamento sulle mani o varie creme per esaltare la sua patina, se invece la roccia assorbe parecchio ascugando lentamente e non uniformemente si può pensare a delle sostanze oleose per farle assorbire.
Spesso la durezza viene confusa con la tenacità-compatezza ma i due termini non sono sinonimi: ad esempio il quarzo è duro, ma relativamente fragile per i motivi che vi ho indicato sopra,, il talco e il gesso sono teneri, ma tenaci.

Ecco alcune spiegazioni delle rocce più comuni con forma suiseki che abbiamo in Italia



LE ROCCE

Esse si dividono in 3 gruppi a seconda di come si sono formate: “Magmatiche”, “Sedimentarie”, “Metamorfiche” e vari sottogruppi per la loro tipologia:



MAGMATICHE : (cioè da magna - lava) o IGNEE ( termine ignee deriva dal latino ignis che vuol dire fuoco)

Di questo gruppo fanno parte le:


1) Effusive quando il Magma si raffredda all'esterno della terra


BASALTO


Il basalto è una roccia di colore scuro o nero con un contenuto di silice relativamente basso (minore del 50% solitamente )mentre alcuni basalti possono essere anche ricchi in olivina.
può presentarsi con aspetto che va da porfirico a microcristallino a vetroso. E' la principale roccia costituente la parte superiore della crosta oceanica
Il basalto per noi suisekisti è una delle migliori rocce per la sua patina, colore (Nero) ,durezza, è unica, pensate che SUI-roccia, SEKI-acqua in lei si trova esattamente questa parola, poiché è solo l'erosione dell'acqua a realizzare la forma, quindi sono rocce che nell'arte del suiseki si possono trovare sotto forme semplici.
Sono rocce rare in Italia, seppur abbiamo vulcani attivi, e tante zone ove essi erano attivi.
il Basalto si può trovare sotto 2 strutture diverse Strutture, vescicolare e a Grana finissima.
Di solito si trovano nei fiumi quindi la pulizia è relativa a eventualmente passarle con dell'anticalcare poichè l'acqua sicuramente è piena di calcare e potrebbe aver creato un velo quasi invisibile su di essa, per capire meglio il Basalto come le pietre ignee non reagiscono agli acidi come l'anticalcare, è una roccia molto dura e compatta.


Basalto Vescicolare

Basalto grana fine:



2) Intrusive quando il magma si raffredda sotto la terra


rocce intrusive (o plutoniti), se la cristallizzazione è avvenuta in profondità, per cui il raffreddamento e la solidificazione avvengono molto lentamente e si possono formare cristalli di notevoli dimensioni che danno alla roccia una struttura granulare


GABBRO


Il Gabbro è il corrispondente intrusivo del basalto, roccia ignea subvulcania o filoniana. Il nome di questa roccia fu dato dal geologo Christian Leopold von Buch dal nome di una località della Toscana. Il Gabbro è costituito da uno o più minerali, con presenze in percentuali diverse, olivina e anfibolo. Sono inoltre presenti, in quantità accessorie: cromite, ilmenite e magnetite. .
Il Gabbro sotto forma di suiseki è simile al basalto, meno duro, ha grana un poco più grossa, colore verde scuro, quasi nero, ha speso inclusioni di altri materiali, la più comune è l'olivina color verde smeraldo.
Anch'esso ha una patina molto evidente liscia come il Basalto.




SEDIMENTARIE

deposito e cambiamento della struttura


Le rocce sedimentarie sono un tipo di rocce formate dall'accumulo di sedimenti di varia origine, derivanti in gran parte dalla degradazione ed erosione di rocce preesistenti, che si sono depositati sulla superficie terrestre.

Tale terminologia deriva dal latino sedere, depositarsi. La disciplina di studio e ricerca è la sedimentologia, e i suoi studiosi sono detti sedimentologi.



Le rocce sedimentarie sono quindi il risultato di un complesso di fenomeni, chiamato processo sedimentario, che si compone di erosione da parte degli agenti esogeni, trasporto da parte di fluidi (acqua, vento, ghiaccio), sedimentazione in ambiente sedimentario marino, continentale o misto e infine diagenesi.

Le Rocce Sedimentarie si dividono in: “Clastiche”, “Chimiche”, “Organogene” Clastiche formate per calcificazione di più elementi geologici tra loro

Le rocce sedimentarie clastiche (dal greco κλαστός klastos: spezzato, rotto, sminuzzato) derivano da sedimenti i cui elementi costituenti a loro volta derivano principalmente dall'accumulo di frammenti litici di altre rocce alterate trasportati in genere da agenti esogeni diversi (corsi fluviali, correnti marine, venti, ecc.).

Generalmente le rocce clastiche vengono classificate in base alle dimensioni dei granuli che le compongono. La suddivisione più usata prevede le seguenti Classi; in ogni classe vi è una nomenclatura doppia a seconda che la roccia sia cementata o inconsolidata (ossia sciolta):

esse sono: COGLOMERATI CEMENTATI,

BRECCE,

PUDDINGHE,

ARENITI,

ARGILLITI

CONGLOMERATI CEMENTATI

Le prime rocce sedimentarie che si sono formate appartengono al Gruppo dei CONGLOMERATI di MOLARE ( il nome indica la località dove questa tipologia ha gli affioramenti migliori.

Sono sedimenti grossolani e compatti con ciottoli (CLASTI) arrotondati, di diversa dimensione e origine, cementati da una matrice sabbiosa o calcarea



BRECCE

Una Breccia è una roccia clastica grossolana, costituita da frammenti di roccia tenuti insieme da cemento o da matrice sottile, che differisce da un conglomerato per i bordi dei frammenti affilati e irregolari.
Come pietre suiseki non hanno interesse poichè sono formate da diverse tipologie di rocce, ma esistono eccezioni come questo caso.


PUDDINGHE

La Puddinga è costituita da frammenti tondeggianti cementati con leganti a base di calcare, silice o argilla.
Anch'esse come le brecce non vanno bene come suiseki ,ma esistono eccezioni.


ARENITI ( o ARENARIA)


L'arenaria o arenite è una roccia sedimentaria composta di granuli dalle dimensioni comprese tra 0,060 e 2mm di qualsiasi natura geologica

I granuli possono avere varia composizione mineralogica, in funzione dell'area di provenienza.

Tra i grani più resistenti all'abrasione e all'alterazione chimica comunemente abbondano quelli di quarzo, minerale che, proprio per la sua resistenza, è uno dei costituenti più comuni di queste rocce.

I granuli sono tra loro legati da un cemento, originato dalla precipitazione chimica di minerali formati da ioni presenti nelle acque circolanti fra i poro interstiziali, comunemente come cemento si rinviene il carbonato di calcio sia sotto forma di calcite che di aragonite, meno abbondantemente la silice o talvolta un ossido di ferro.

Alla base degli strati arenacei dei depositi di avanfossa sono molto comuni impronte di fondo biogeniche (tracce fossili).

Le arenarie di avanfossa hanno granulometria variabile e spesso sono gradate, ossia la dimensione dei granuli diminuisce dalla base al tetto dello strato.

In Italia le arenarie di avanfossa sono molto diffuse in Appennino Settentrionale ed appartengono a formazioni che hanno nomi differenti spostandosi dal Mar Tirreno al Mar Adriatico (Macigno delle Cinque Terre, Pseudomacigno, Macigno di Barga, Macigno dei Monti del Chianti, Arenarie di Monte Falterona, Arenarie di Monte Cervarola, Marnoso-Arenacea, Formazione della Laga).


La forma dei singoli granuli permette di ipotizzare le origini del sedimento: I granuli marini e fluviali sono generalmente da angolosi a leggermente arrotondati; quelli fluviali sono angolosi e raramente poco lucenti; i granuli eolici sono arrotondati e levigati.

Le arenarie sono una forza nel suiseki, si possono trovare di diverse forme e colori , da quelle semplici a quelle più inpegnative, avendo una granometria bel precisa per essere arenarie ovviamente quelle a grana più fine sono le migliori propio perchè sono più compatte nella struttura, di solito sono rocce dure.
Esse sono più o meno assorbenti all'acqua, quindi vanno valutati i vari procedimenti per esaltarne la patina.
Sono rocce che sono state legate da vari minerali a seconda della zona, quidi non tutte reagiscono agli acidi.


Arenaria grana grossa

Arenaria grana media

Arenaria grana fine

ARGILLITI






Si tratta di rocce clastiche a grana estremamente fine che presentano spesso sottili stratificazioni. Testimoniano ambienti a ridotta energia idrodinamica in quanto le argille che la compongono sono facilmente trasportate in sospensione anche da leggerissime correnti; alcuni ambienti tipici di formazione sono: laghi, fondali oceanici, lagune.
Di solito queste tipo di rocce come suiseki sono lisce, hanno una bella patina, vi sono di diversi colori, sono rocce semidure.


2 ) CHIMICHE - evaporazioni


Formate dalla deposizione sul fondo di sali o altri composti chimici disciolti e contenuti nelle acque marine , questi sali precipitano, quando la loro concentrazione nell'acqua marina, aumentando per l'evaporazione dell'acqua, supera il valore massimo di saturazione. Spiccano tra queste rocce le evaporiti rappresentate in gran parte dal gesso e dal salgemma. Si annoverano tra queste rocce anche alcuni calcari e dolomie.



GESSO


Il gesso è un minerale molto tenero composto da solfato di calcio bidrato.

Il nome deriva dal latino gypsum = gesso.


È in grado di accrescersi in cristalli incolori o traslucidi anche di notevoli dimensioni, oggetto di collezionismo, di cui il tipo più comune è la rosa del deserto.

Ecco un esempio di NON suiseki per due motivi, il primo è che suiseki è roccia, un composto di vari minerali mentre il gesso è un minerale unico, secondo perché le rocce suiseki devono essere dure, semidure, il gesso con un' unghia lo si può incidere.
Ho volutamente messo questa tipologia di minerale per poter far capire la differenza tra minerale e roccia
I minerali sono solidi naturali, originati da processi inorganici e sono caratterizzati da una composizione chimica ben definita (o variabili entro limiti ristretti); le rocce invece sono agglomerati di uno o più minerali diversi



Gesso massivo o Informe

Limonite
La denominazione limonite è un termine generico per indicare degli ossidi e idrossidi di ferro.
E' sostanzialmente una miscela di minerali e materiali amorfi, forma masse terrose e stalattitiche.
E' spesso pseudomorfa sulla pirite e su altri minerali di ferro.
Ha lucentezza terrosa.
Il colore è giallo, bruno o nerastro. Si forma come minerale secondario nella zona di ossidazione dei giacimenti di pirite ed ematite. Si forma anche per precipitazione in acqua.
È uno dei principali minerali di ferro. È usata anche come sostanza colorante: così le ocre gialle, una varietà pregiata delle quali è la cosiddetta terra di Siena, la quale si presenta in piccole masse stratificate ai piedi del M. Amiata, e il cui colore può facilmente, con diversi gradi di cottura, esser fatto passare a toni più rosso-bruni (terra di Siena bruciata).
Ho riscontrato che le trovo solo nel fiume, spesso sotto forma suiseki di pietra pozza, è bellissimo il suo colore di cuoio antico.


CALCITE e CALCARE

La calcite (formula chimica: CaCO3) è un minerale di origine sedimentaria ed è uno dei minerali più diffusi al mondo. È comunemente chiamato calcare.

Viene formato sia da processi chimici naturali, in cui gli elementi costituenti disciolti in acqua si legano tra di loro, sia da processi biochimici, legati al metabolismo degli esseri viventi. Infatti moltissimi invertebrati acquatici, sia microscopici che visibili ad occhio nudo, sono naturalmente dotati di alcune ghiandole che gli permettono di costruirsi un guscio calcareo, che viene usato sia come protezione dai predatori sia come esoscheletro di contenimento, come avviene nel caso delle conchiglie. Quando questi organismi muoiono, i loro gusci si depositano sul fondo del mare, dove l’assenza di correnti o di altri fattori di disturbo gli permette di saldarsi reciprocamente l’uno con l’altro, diventando poi un’unica roccia. Questa saldatura può avvenire sia per il semplice peso degli strati accumulati, che comprimono i gusci tra di loro, che per reazioni chimiche. È proprio grazie a questo suo metodo di formazione che nelle rocce calcaree possiamo spesso ritrovare fossili di animali ormai perduti, rimasti intrappolati tra uno strato e l’altro di sedimentazione. La suddivisione in strati inoltre è molto di aiuto per ricostruire la storia geologica di una regione.

La calcite (e di conseguenza, il calcare) può avere svariate tonalità di colore, in base alle condizioni di formazione o alle trasformazioni che può aver subito nel tempo, oltreché alla presenza di altri composti nella sua struttura.
Di questa materia abbiamo tanti esempi di rocce suiseki.


Calcare cavernoso

Calcite inclusione  sopra e/o nella roccia

Calcare Marnoso- calcare argilloso


foto dello schema marna


Termini di passaggio tra calcare (100% di carbonato di calcio) e argilla (100% di minerali argillosi). Le marne in senso stretto si trovano nel campo tra 35% e 65% di CaCO3 (o di minerali argillosi). A composizioni comprese tra questi limiti e i termini puri corrispondono litotipi intermedi.


Sia le Marnose che le Argillose hanno la solita componente e i soliti tempi geologici, difficile capirne all'occhio la differenza.

In questo campo abbiamo più del 50% delle rocce siuseki in Italia, sono le più comuni, basta scrivere che il palombino fa parte delle calcare Marnose.



Calcare argilloso

Calcare marnoso

Calcare neritico


foto schema calcare neritico


Netritico
Si dice di zona o regione del mare compresa fra 0 e 200 m di profondità.


Nella letteratura geologica, sedimento deposto al di sotto del livello di base delle onde o del livello medio di bassa marea. Per le particolari condizioni offerte dalle acque della zona , anche la fauna pelagica ha caratteristiche diverse da quella delle acque lontane dalla terra e perciò è detta fauna neritica. La zona neritica si contrappone alla zona oceanica.


CALCARE DOLOMIA


La dolomite è un minerale contenente carbonato di calcio e magnesio.

La dolomia è una roccia composta principalmente di minerale dolomite.

La dolomite cristallizza secondo il sistema trigonale.

Si trova sotto forma di cristalli o, più comunemente in masse compatte, di colore bianco o grigio. Ha le proprietà fisiche simili a quelle della calcite ma si riconosce perché si dissolve più lentamente in acido cloridrico. La durezza di Mohs è di 3,5 - 4


Sussistono ancora molti dubbi sulla formazione della dolomite. Esistono ampi depositi nell'annotazione geologica, ma il minerale è relativamente raro negli ambienti moderni. Ci si riferisce a questo come "il problema del dolomite". La dolomia infatti rappresenta circa il 10% di tutte le rocce sedimentarie e si pensa che si sia prodotta vicino alla superficie della terra. Tuttavia, la sintesi fatta in laboratorio richiede temperature superiori a 100 °C, circostanze tipiche della formazione in bacini sedimentari – anche se secondo molti la dolomite sembra essersi formata a bassa temperatura. Negli anni cinquanta e negli anni sessanta, la dolomite è stata trovata in laghi altamente salini nella regione di Coorong nell'Australia del sud. I cristalli della dolomite inoltre si presentano nei sedimenti in alto mare, con una grossa presenza di materia organica. Questa dolomite è chiamato dolomite "organica". Recenti ricerche hanno scoperto un meccanismo di formazione della dolomite per via anaerobica per soprasaturazione nei laghi nei pressi di Rio de Janeiro. Un caso interessante è rappresentato dalla formazione di dolomite nei reni di un cane di razza dalmata. Si reputa che il processo chimico sia innescato dai batteri. Questo meccanismo rappresenta un interessante collegamento fra processi su grande scala tipici della geologia e processi su scala ridotta tipici della microbiologia. Il reale ruolo dei batteri nella formazione a bassa temperatura della dolomite risulta dimostrato.









3) Organogene

Le rocce sedimentarie organogene sono rocce sedimentarie formate da sedimenti derivanti, in diversi modi, dagli organismi viventi. Contengono molto spesso scheletri, gusci o resti vegetali, che alla morte degli organismi vengono depositati.



Selce

La selce si rinviene di solito sotto forma di straterelli, lenti, noduli, masserelle, intercalati in rocce sedimentarie, generalmente calcaree.
Componente essenziale della selce è la silice che può essere presente come quarzo, come calcedonio e come opale.
La maggior parte delle selci contenute nelle formazioni calcaree è costituita da minutissime fibre e granuli di quarzo, talvolta a struttura così fine e compatta da simulare l'isotropia; hanno varia origine, potendo derivare sia da precipitazione chimica della silice, favorita dagli ioni CO₃2-, sia per sostituzione di organismi fossili calcarei, sia per migrazione e concentrazione della silice finemente diffusa nei sedimenti, sia infine dall'accumulo di scheletri di organismi silicei.
Una Roccia difficile da trovare con forma per i suiseki poiché essendo molto dura basta poco per rompersi, di solito le sue forme sono sulla linea del semplice molto lisce il suo ritrovamento maggiore è nei fiumi ove l'acqua le da una patina veramente invidiabile.

Noduli di selce su Arenarie e su Marna:


METAMORFICHE

formate dalle pressioni e movimenti degli strati geologici


Le rocce metamorfiche sono quelle che hanno subìto processi legati ad alte temperature ed alte pressioni. Questo processo prende il nome di metamorfismo[1]. Questa tipologia di rocce può derivare dalla trasformazione di rocce sedimentarie(per esempio il marmo : che si è formato a causa di una forte pressione sul calcare). Le rocce metamorfiche si possono formare anche a partire da rocce magmatiche o da altre metamorfiche . Gli atomi dei minerali in questa particolare condizione si dispongono in modo da formare nuovi reticoli cristallini. In laboratorio sono state evidenziate le condizioni di temperatura e pressione che portano alla formazione di minerali indice cioè che permettono l'identificazione delle rocce: in base a questi si è giunti al concetto di facies metamorfiche.




ARDESIA


L'ARDESIA(detta anche pietra di Lavagna o, in alcuni dialetti alpini, piöda) è una varietà di roccia metamorfica di origine sedimentaria, originata da rocce argillose; in genere MARNE soggette a metamorfismo.

Diffusa in Italia settentrionale e da molti secoli estratta dalle cave della valle Fontanabuona in Liguria, del cuneese in Piemonte e della val Camonica, Lombardia.

Frutto della sedimentazione progressiva di un limo finissimo (marna) dovuto alla frammentazione di antichi rilievi, l'ardesia è una roccia classificata come tenera o semi-dura. Si tratta di una particolare varietà di scisti calcareo-argillosi facilmente divisibili in lastre sottili, piane, leggere, impermeabili e resistenti agli agenti atmosferici. È una pietra molto carcarifica e compatta, di colore plumbeo-nerastra e facilmente lavorabile. L'ardesia tende a schiarirsi dal momento dell'estrazione fino ad assumere una pigmentazione grigio chiara, la tonalità scura essendo dovuta a residui carboniosi che volatilizzano una volta a contatto con ossigeno, umidità e radiazioni ultraviolette.


Scisto

Il termine scisto nella moderna petrografia indica una roccia metamorfica a grana medio-grossa caratterizzata da una tessitura scistosa abbastanza marcata, cioè tendente a sfaldarsi facilmente in lastre sottili.
Gli scisti costituiscono talora formazioni imponenti; in Italia sono particolarmente abbondanti nelle Alpi, in Calabria e in Sardegna.

Scisto verde di Calabria:


Oficalcite

L'oficalce è una roccia metamorfica, serpentinosa, brecciata e solitamente ricementata da calcite, appartenente al gruppo dei marmi. I frammenti di serpentiniti sono cementati da carbonati.

Praticamente questa roccia ha in se parecchie componenti di tutti i tipi riroccia, è una fusione di ignee , sedimentarie metamorfiche.




Conclusioni Finali

DA QUESTI APPUNTI E COMPARAZIONI, COME SI PUO' NOTARE, NELLA NOSTRA ARTE DI RICERCA DEL SUISEKI SIAMO PROPENSI A TROVARE MATERIALI NELLE FASCE MAGMATICHE E SEDIMENTARIE, QUESTO PROPRIO PER LA CAUSA DI COME SI SONO CREATE.

IN OLTRE POSSIAMO CONCLUDERE CHE LA CATEGORIA PIU' PREGIATA DELLE ROCCE, QUELLA DELLE IGNEE, GRAZIE PROPRIO ALLA SUA DUREZZA CI CONSENTE DI TROVARE SUISEKI SCAVATI E MODELLATI DAL TEMPO







CARATTERISTICHE GENERALI DI NATURA GEOLOGICA

DUREZZA, TESSITURA, STRUTTURA detta anche “Grana”, COLORE



Durezza: in geologia una roccia (A )è più tenera di un'altra (B) quando è rigata da B ma non la riga la sopraddetta.


Rocce ignee o endoLa Scala di Mohs e' un criterio empirico per la valutazione della durezza dei materiali


La SCALA di MOHS, ideata dal mineralogista austriaco Friederich Mohs (1772-1839). assume come riferimento la durezza di dieci MINERALI numerati progressivamente da 1 a 10 e tali che ciascuno è in grado di scalfire quello che lo precede ed è scalfito da quello che lo segue.
Il primo minerale della serie e' il talco, l'ultimo il diamante. La scala di Mohs ha un valore puramente indicativo in quanto gli intervalli tra i valori rappresentati non sono costanti (cioè' uguali all'unita'), come e' stato messo in evidenza dalle prove sperimentali del mineralogista Rosiwal. Lo studioso Mohs stilò una tabella per riconoscere i livelli di DUREZZA DEI MINERALI. Si tratta tuttavia di una prova di tipo relativo, cioè per confronto. Esiste anche una scala assoluta di durezza, calcolabile tramite lo sclerometro, che definisce la durezza in modo numerico

SCALA DI MOHS

TENERI (si scalfiscono con l'unghia)

1. Talco

2. Gesso
SEMI DURI (si rigano con una punta d'acciaio)

3. Calcite

4. Fluorit

5. Apatite
DURI (non si rigano con la punta di acciaio)

6. Ortoclasio

7. Quarzo

8. Topazio

9. Corindone (Carborundum

10 Diamante





Tessitura: La Tessitura di una roccia è l'insieme delle caratteristiche geometriche visibili al microscopio o con l' aiuto di una lente, in taluni casi può' essere definita anche ad occhio nudo.
La tessitura può essere originata da tensioni meccaniche, variabili termiche o chimiche, particolari modalità di genesi della roccia e altri processi.

NOTA: E' quella che nel mondo dei Suiseki è chiamata “TEXTURE”



Struttura: E' l'insieme delle caratteristiche della tessitura con le quali si presentano i minerali che compongono una roccia: aspetto, dimensioni reali e relative, forma e disposizione.

Praticamente la struttura è la parte visibile della roccia, ecco alcuni esempi;

vescicolare


Vetrosa

Grana grossa

Grana fine

Grana finissima

Colore

E' una caratteristica inaffidabile per riconoscerle, ma l’unica che ci permette di identificare le rocce con tessitura criptocristallina.
Deve essere utilizzata come ultima risorsa, poichè specie nelle sedimentarie a seconda degli elementi minerale e organici che vi sono trasportati in esse alla genesi, possono le stesse tipologie avere colori diversi.

Per i suiseki il colore è importante, più è scura meglio è, fate una prova con 2 pietre , una nera, una bianca, nella nera vedrete molto meglio tutti i dettagli compresa la patina, nella chiara no, il nero nelle pietre da idea di durezza.



DALLA RICERCA FATTA HO CONCLUSO CHE LA DUREZZA DELLA PIETRA NON E' DATA SOLO DALLA SCALA DI MOHS, O DAL COLORE, MA BENSI' ANCHE DALLA COMPATEZZA (mancanza di vuoti), DALLA TESSITURA, DALLA RESISTENZA ALLA ROTTURA, ALL'ACIDO, (LA SCALA DI MOHS E SOLO PER I MINERALI ), LA PIETRA INVECE E' UN INSIEME DI ESSI, SCOMPOSTI e RICOMPOSTI, MISCELATI, FRANTUMATI e RICOMPOSTI, IN TEORIA PIU' E' COMPATTA PIU' E' INATTACCABILE, QUINDI “DURATURA NEL TEMPO”

ECCO ALLORA NASCERE L'IDEA DEL ….VERO SUISEKI,

IN REALTA' DICONO I MAESTRI:

SE TROVI UN SUISEKI NELLA TUA VITA DI RICERCATORE,,,SEI FORTUNATO”,

PROPRIO PER QUESTO, LA FORMA NON NASCE COSI' VELOCE CON UNA PIETRA DURA, MA POI......RIMANE!!!!!!!